COS'E' LA FORCLUSIONE ?

18.08.2019 10:28

FORCLUSIONE COS’è ?

Il termine fu coniato da J.Lacan (1901-1981) (riprendendo da Freud “preclusione”) per indicare l’assenza di un contenuto mentale inconscio importante e nello specifico si riferiva alle “regole inconscie” della collettività di appartenenza.

Quindi: “ assenza di regole introiettate nell’inconscio “ o , come Lacan scriveva : “ non iscrizione nell’inconscio del nome del padre ( appunto le regole della famiglia, clan ,collettività ).

In questa visione dell’individuo appaiono evidenti solo bisogni, desideri, pulsioni, emozioni, sessualità , aggressività , com pache regole cui doversi attenere!!

Possiamo ampliare la tematica inserendo nel contesto anche le molteplici possibili “anarchie di collettività distruttive” che impediscono materialmente all’individuo di acquisire regole inconscie efficienti

Comunque sia parliamo di una situazione mentale in cui tutti gli eventi comportamentali dell’individuo si muovono per pulsioni emotive.

Che c’entra con le malattie croniche metaboliche?

Abbiamo una idea sufficiente di come sta vivendo la propria vita anche fisica ( quindi salute) un individuo preda solo di sensazioni, emozioni, pulsioni, desideri, sofferenze e conflitti emotivi disorganizzati ?

Anche se le cause sono emotivo\esistenziali ne conseguono SIN TROPPE PATOLOGIE ORGANICHE.

Un fra le prime consguenze è “andare sempre oltre I limiti “ L’individuo esagera, eccede, non si limita e tutto ciò è continuo stress metabolico ben organico!

La coseguenza più frequente e meglio studiata è lo “stress metabolico generalizzato“ che richiede un capitolo a se stante ed è noto come patologia dell’asse psico-neuoro-endocrinologico, ma anche come burnout ( in ambito sanitario) o sindrome post traumatica ( in molti casi emotivi è frequente la presenza di eventi traumatici). Rinvio al capitolo specifico sullo STRESS METABOLICO conseguente a forclusione

 

Forclusione-regole-Sacralità

Personalmente non ritengo di amare le regole ma I miei 70 anni mi hanno insegnato che “senza radici non si vola “ ( libro di B. Hellinger). Le regole sono ancore, persino fardelli ma in noi alberga qualcosa di molto potente, ossia la coscienza , capace di interagire con componenti molto profonde della esistenza individuale e collettiva; affinchè la coscienza si esprima occorre che esistano solide ancore , altrimenti la nostra mente facilmente resta troppo a lungo nel “sacro” dei greci (altro, altrove, indifferenziato, impersonale etc.), ossia la follia.

Immaginiamo di essere una magnifica nave in grado di solcare gli oceani , puo col mare burrascoso. Ebbene possiamo fare a meno di un porto? Possiamo immaginare di vivere eternamente in alto mare ?

Il porto, con le sue ancore e regole varie è il luogo razionale ove la nostra energia mentale puo fare ordine ricaricare scorte, riparare danni sturtuturali.

 

Occorrono esempi ?

Quelli classici vengono spontaneamente alla mente di chiunque legga queste righe (alcolismo, tossicofdipendenza, casualità nutrizionale, comportamenti disfunzionali, sessualità fine a se stessa etc..) ma alcuni meno evidenti ad uno sguardo superificiale vanno rammentati:

-L’individuo non progetta spontaneamente la propria salute psico.fisica. Vive la malattia come casualità di cui altri debbono occuparsi

-Non gestisce il proprio “Stress esistenziale quotidiano” e va soggetto molto prima di altri a squilibri ormonali e metabolici tali da porter dire che “invecchia male e prima”

-Non è al centro di se stesso e non riconosce le proprie potenzialità e le energie mentali che possiede ( sono quasi solo pulsionali) che vengono incanalate in modo casuale ed anche lo stress non viene recepito e vissuto semmai come “normalità”

-Dinanzi ad una propria alterazione biologica ( malattie) non esegue alcun collegamento, cambiamento, adattamento e riorganizzazione esistenziale ne si prende in carico se stesso riconoscendo che qualcosa va cambiayo

Concludendo

L’argomento non è solo psichico ma è sicuramente molto organico e cronico poichè I danni fisici, che derivano dal non sviluppare regole stabili comportamentali autoprotettive e progettuali, si manifesteranno a carico di qualsiais organo più debole e genera la forma più frequente di iperespressione secondaria di aromatasi.

 

Che fare ?

Le regole, doveri, strutturazione, organizzazione abitudinaria , costituiscono la base indispensabile per gestire la propria salute sia in ambito interpersonale e particolarmente nel contesto SOCIO-COLLETTIVO.

Se, come vedo attualmente, il sociale e collettività sono essi stessi in FORCLUSIONE , ancor più è necessario costruirsi regole autoprotettive invece che adeguarsi al “così fan tutti” !!

Di certo è in questo contesto individuale che ciascuno dovrà cheidersi se il miglioramento parte da se stesso o debbono essere gli altri a prendersene carico !!!